Riclassificare un bilancio significa raggruppare e sommare le voci dei
prospetti contabili rispettando logiche di aggregazione. Questa fase è basilare per una
corretta impostazione delle analisi successive in quanto consente da un lato di uniformare
i bilanci che hanno diversa forma e contenuto, e dallaltro di evidenziare
determinate informazioni semplificando lopera di lettura ed interpretazione dei
risultati contabili.
Gli schemi di riclassificazione possono essere di diverso tipo a
seconda della natura dellazienda e degli obiettivi che si pone lanalista
contabile: per quanto riguarda le aziende agricole comunemente vengono adottate due
strutture: lo schema scalare a Valore Aggiunto per il Conto Economico e quello a sezioni divise a liquidità crescente e provenienza delle
Fonti per lo Stato
Patrimoniale.
La logica riclassificatoria per il Conto
Economico (Fig. 1) è quella basata sulla presentazione
di un elenco verticale di voci, in cui partendo dallalto si inseriscono dapprima i
ricavi e poi i costi seguendo un particolare ordine di suddivisione che andiamo a
descrivere.
Il primo aggregato da calcolare nello schema è relativo alla Produzione Lorda Vendibile (PLV) che esprime il valore della
produzione potenzialmente destinata alla vendita.
Dalla PLV vengono detratti i costi variabili direttamente imputabili ai
processi produttivi, e le spese generali, al fine di determinare il Valore
Aggiunto (VA). Questo aggregato rappresenta un margine lordo che non tiene
conto dei costi derivanti dalluso delle strutture aziendali (costi fissi), né di
quelli di manodopera, né di altri oneri e proventi che non sono legati alla produzione di
beni e prodotti agricoli.
Le quote di costi fissi derivanti dal calcolo degli ammortamenti
vengono sottratte dal VA per giungere alla definizione dei Prodotto
Netto (PN); successivamente si detraggono anche i costi di eventuali
salari, stipendi ed oneri previdenziali e sociali e si giunge alla determinazione del Reddito
Operativo. (RO). Il RO rappresenta un punto di riferimento basilare in
tutte le tecniche di analisi di bilancio, infatti esso consente di fissare un primo
livello di redditività aziendale. In particolare permette di individuare la capacità di
remunerare tutti i fattori di produzione attraverso le attività tipiche delle aziende
agricole. Lazienda può anche sostenere costi o conseguire ricavi che non sono
legati direttamente alla tipicità agricola: è il caso degli oneri e dei proventi
finanziari che, quando non sono connessi agli aspetti commerciali, sono da considerare non
tipici e confluiscono nella gestione finanziaria. Altri fenomeni gestionali che non
rientrano nella gestione caratteristica riguardano i proventi
(ed i relativi costi) derivanti dalla fornitura di servizi, quali le lavorazioni conto
terzi o laffitto di terreni ed il noleggio di macchinari, ma solo quando queste
attività si presentano occasionalmente oppure sono marginali rispetto al complesso
aziendale.
Sono da considerare inoltre quegli aspetti accidentali che possono
verificarsi durante la vita di unazienda, che incidono negativamente sul reddito,
come le perdite (per crediti non riscossi, o per furti o calamità naturali), ma anche
positivamente, quali premi o contributi in conto capitale. Tutti questi elementi rientrano
nella cosiddetta gestione straordinaria che accoglie tutte
quelle componenti anomale di gestione, la cui specificazione consente di
depurare il risultato economico, isolando i fenomeni considerati sporadici e difficilmente
ripetibili.
+ ricavi di vendita |
+ autoconsumi |
+ salari in natura |
+ anticipazioni colturali e rimanenze finali |
- anticipazioni colturali e rimanenze iniziali |
= PRODUZIONE LORDA VENDIBILE |
- costi delle materie prime |
- spese generali |
= VALORE AGGIUNTO |
- ammortamenti |
= PRODOTTO NETTO |
- salari e stipendi |
- oneri sociali |
= REDDITO OPERATIVO |
+ ricavi non caratteristici |
- costi non caratteristici |
+ proventi straordinari |
- perdite |
+ interessi attivi |
- interessi passivi |
- imposte e tasse |
= REDDITO NETTO |
Infine, come ultima voce, si considerano le imposte e le
tasse, componente negativa finale prima della determinazione del Reddito
Netto (RN). Questo rappresenta lestrema sintesi della gestione
economica aziendale e corrisponde, in termini contabili, allutile o alla perdita di
esercizio a seconda che assuma valore positivo o negativo. Assieme al RO, costituisce un
punto cardine nelle analisi di bilancio, in quanto costituisce una componente di molti
degli indicatori comunemente calcolati dagli analisti.
Spostiamo ora lattenzione sugli aspetti finanziari e
patrimoniali della gestione che sono sintetizzati nel prospetto dello Stato
Patrimoniale. La Fig. 2 mostra uno schema di riclassificazione basato sulla
suddivisione delle voci in due sezioni, solitamente poste, per comodità di analisi, una
sotto laltra. In esse sono riprese ed opportunamente aggregate le voci
nellAttivo e nel Passivo del prospetto di bilancio, ma poiché sono organizzate
secondo criteri particolari, le sezioni prendono il nome rispettivamente di Impieghi
Finanziari e Fonti di Finanziamento.
Nella prima sono inserite tutte le voci di bilancio che indicano il valore degli
investimenti aziendali e della disponibilità di crediti e di denaro. Queste vengono
presentate secondo un Criterio di Liquidità Crescente,
ovvero in relazione alla possibilità di convertire, in tempi brevi, il valore inscritto a
bilancio in denaro liquido. Questo criterio fa sì che alla sommità dellelenco
vengano poste le voci relative al cosiddetto Capitale Fondiario in
quanto si ritiene che queste siano monetizzabili difficilmente e comunque in tempi
relativamente lunghi. Per quello che riguarda il valore degli impianti (che con termine
specifico si definiscono Immobilizzazioni Tecniche),
nello schema riclassificato si riporta il loro Valore Netto, detraendo
quindi, quando esiste, il relativo fondo di ammortamento; questo accorgimento andrà in
seguito adottato anche per la riclassificazione delle macchine e delle attrezzature. Il Capitale Fondiario va a confluire nel Capitale
Fisso aziendale, che consiste in quella parte di risorse finanziarie
considerate strutturali per lazienda. Il Capitale Agrario è la
successiva voce nellelenco e contiene il valore netto delle macchine e delle
attrezzature, nonché il valore del Capitale Bestiame, delle
scorte di magazzino (materie prime e prodotti) ed infine delle anticipazioni colturali.
Anche una quota del Capitale Agrario va a costituire il capitale fisso
aziendale, e più precisamente la parte che contiene il valore netto delle macchine e
delle attrezzature, il valore del capitale bestiame ed una parte di scorte ritenuta
essenziale per il normale funzionamento dellazienda (scorte
minime). La definizione di questa quota di scorte non è agevole in quanto
è strettamente connessa allindirizzo produttivo ed allaccesso al mercato dei
fattori e dei prodotti, per cui alle volte, per semplicità, essa non viene calcolata e
tutte le scorte assieme alle anticipazioni colturali vengono fatte confluire nelle
cosiddette disponibilità finanziarie ovvero valori
monetizzabili in tempi ragionevolmente brevi (comunque inferiori allanno).
Proseguendo il percorso, incontriamo i crediti che rappresentano una
forma di denaro non immediatamente disponibile ma che lo sarà certamente (o almeno si
spera) in un certo arco di tempo: per questo i crediti vanno a costituire quella che si
definisce la liquidità differita. Infine in fondo
allelenco abbiamo il denaro vero e proprio che solitamente viene mostrato con i
conti della Cassa e della Banca. Il suo ammontare costituisce la liquidità
immediata.
Contrapposto al Capitale Fisso, che, come già detto, contiene il
valore del Capitale Fondiario e parte di quello agrario, viene identificato anche il Capitale Circolante aziendale che accoglie
tutte le altre voci (disponibilità, liquidità differita ed immediata).
IMPIEGHI FINANZIARI |
|
CAPITALE FISSO |
CAPITALE FONDIARIO |
|
Terreni |
|
Impianti e fabbricati rurali |
|
Piantagioni |
|
CAPITALE AGRARIO |
|
Macchine e attrezzature |
|
Capitale bestiame |
|
|
CAPITALE CIRCOLANTE |
DISPONIBILITA' FINANZIARIE |
|
Rimanenze finali |
|
Anticipazioni colturali finali |
|
LIQUIDITà differite |
|
Crediti |
|
Portafoglio agricolo |
|
Liquidità immediate |
|
Banca c/c |
|
Cassa |
|
|
FONTI DI FINANZIAMENTO |
|
CAPITALE DI TERZI |
Passività correnti |
|
Debiti a breve termine |
|
Fornitori |
|
Passività consolidate |
|
Debiti a medio e lungo termine |
|
Mutui |
|
MEZZI PROPRI |
|
Capitale netto |
|
Utile di esercizio |
Per quanto riguarda la sezione Fonti di finanziamento, i
criteri di aggregazione si riferiscono alla permanenza delle risorse finanziarie in
azienda ed alla loro provenienza. La prima distinzione è relativa al periodo di tempo
entro il quale si è tenuti alla restituzione delle risorse. Si distingue in questo caso
il breve
periodo (entro lanno) e il medio e lungo periodo (oltre lanno). Nel breve periodo lazienda attinge risorse finanziarie
dallesterno attraverso i debiti commerciali o di funzionamento (es. fornitori),
mentre nel lungo vi possono essere sia debiti nei confronti di banche o altri soggetti
(es. mutui), sia risorse messe a disposizione dallo stesso imprenditore (Capitale Netto) o dai soci nel caso di una società
o di una cooperativa (Capitale Sociale), od
infine dalla stessa azienda destinando gli utili allAutofinanziamento. Laggregato delle fonti
finanziarie a disposizione nel breve periodo è anche chiamato Passività Correnti. Ad esso si contrappongono
le Passività Consolidate. Per quanto
riguarda la provenienza, se le risorse finanziarie sono messe a disposizione dal soggetto
economico che governa limpresa (limprenditore o i soci) prendono il nome di
mezzi propri, altrimenti sono denominate fonti di terzi. Altri aggregati comunemente
utilizzati nellanalisi di bilancio riguardano: il Capitale Circolante Netto, il Margine
di Struttura, il Capitale Investito.
gli schemi di riclassificazione presentati facilitano
notevolmente la lettura dei bilanci, ma possono essere resi ancora più incisivi se ai
valori assoluti si affianca una colonna di valori percentuali.
Questo semplice accorgimento consente di avere unimmagine dei
fenomeni gestionali che non è influenzata né dalle dimensioni aziendali, né dal potere
di acquisto della moneta. Sono così possibili sia
comparazioni nello spazio (con altre imprese), che nel tempo (con la stessa impresa negli
anni precedenti).
In particolare per quanto riguarda il Conto
Economico, possono essere calcolate le
percentuali dei valori riclassificati ponendo al denominatore la PLV (PLV = 100). Così
facendo è possibile esprimere dei giudizi sullincidenza delle varie componenti di
costo, identificando quelle che appaiono anomale rispetto alle aspettative o nei confronti
di aziende similari.
Inoltre lanalisi delle
componenti consente di evidenziare le tendenze di fondo anche in presenza di modificazioni
strutturali aziendali che provocano un innalzamento (o un abbassamento) generalizzato dei
valori economici, quali ad esempio la messa a coltura di nuova superficie (Fig. 3).
Con riferimento allo schema di riclassificazione dello Stato Patrimoniale,
la percentualizzazione viene solitamente effettuata ponendo come riferimento il totale
degli Impieghi (o delle Fonti, che è la stessa cosa). Alle volte, quando si conduce una
analisi temporale, si pone uguale a 100 il totale degli impieghi dellanno iniziale.
I valori così calcolati consentono di
evidenziare la composizione interna degli Impieghi finanziari e delle Fonti di
Finanziamento rispetto agli investimenti effettuati; tale analisi può essere
ulteriormente facilitata predisponendo una rappresentazione grafica del tipo mostrato in Fig. 4.
Lanalisi delle componenti del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale rappresenta solo un primo gradino nella scala dellanalisi di bilancio, in quanto non è in grado di fornire un quadro di riferimento complessivo sulla gestione aziendale. È necessario quindi procedere ad un ampliamento dellorizzonte di analisi introducendo informazioni che non derivano direttamente dalla lettura dei bilanci ma che sono strettamente connesse con i risultati gestionali. Ci si riferisce in particolare ad indicazioni di carattere fisico sulla disponibilità di risorse presso lazienda (terra, manodopera, ecc.), che formulate sotto forma di indici forniscono un profilo strutturale aziendale.
Lanalisi di
bilancio non può limitarsi quindi ai soli valori presenti nei prospetti contabili ma deve
abbracciare la totalità dell'azienda considerando le risorse a disposizione in termini
anche fisici e non solo monetari. I parametri tecnici sono calcolati per conoscere,
attraverso opportuni rapporti tra le quantità dei fattori di produzione, le
caratteristiche tecniche dellimpresa ed i livelli di intensivizzazione. Per il
reperimento di queste informazioni si può attingere dalla relazione al bilancio (se vi
sono obblighi contabili) o più semplicemente intervistare il conduttore.
Queste
indicazioni possono essere combinate e rapportate tra loro per formare dei parametri
tecnici, di cui un quadro esemplificativo è mostrato in Fig. 5.
I principali parametri utilizzati riguardano la disponibilità di
terra, di lavoro, di macchine e di bestiame. Per quanto riguarda il lavoro e il bestiame
in agricoltura vengono adottate delle particolari unità di misura che sono
rispettivamente le Unità di Lavoro
(UL) e le Unità Bovine Adulte
(UBA).
Ecco di seguito una descrizione dei parametri proposti nello schema di Fig. 5.
SAU/UL (rapporto fra la Superficie Agricola Utilizzata e le Unità di Lavoro): misura la quantità di terra coltivata a disposizione per ogni lavoratore a tempo pieno. Il valore deve essere interpretato, tenendo conto dellindirizzo produttivo e della qualità della terra a disposizione, comparando tra loro aziende simili. Esso è una misura dellintensività di uso relativa del fattore terra.
CV/UL (cavalli vapore per unità di lavoro): è un indice analogo al precedente che misura il grado di meccanizzazione aziendale in termini di potenza disponibile. Non di rado si evidenzia come nelle aziende agricole sia presente una eccessiva meccanizzazione.
KT/UL (Capitale tecnico per addetto): a differenza del precedente rapporto viene considerato al numeratore il valore del parco macchine aziendale al netto delle relative quote di ammortamento. Questo consente di esprimere valutazioni anche sul grado di obsolescenza delle attrezzature oltre che sullintensità di utilizzo.
UBA/UL (Unità bovini adulti per addetto): per le aziende con allevamenti è utile identificare il grado di intensivizzazione zootecnica rispetto al lavoro. Il livello dellindice consente di esprimere giudizi sul tipo di allevamento a seconda che sia industriale, tradizionale, allo stato brado o in batteria.
K/UL (Capitale agrario per unità di lavoro): questo parametro è simile a KT/UL ma include al numeratore il valore del bestiame, delle scorte e delle anticipazioni colturali, offrendo una misura degli investimenti aziendali non legati al possesso dei terreni.
M/SAU (Miglioramenti fondiari per ettaro): esprime il valore di tutte quelle opere, spesso condotte in economia, destinate a valorizzare il capitale fondiario (es. opere di drenaggio, recinzioni, laghetti per irrigazione, ecc.), e fornisce un indice della "dinamicità" aziendale intesa come volontà di migliorare le proprie dotazioni strutturali. Attenzione però a valutare questo rapporto in quanto rientrano nella categoria miglioramenti fondiari anche le lavorazioni di reimpianto (frutteti, vite, olivo, ecc.) legate a cicli biologici e non a strategie aziendali.
SAF/SAU (Quota della superficie destinata allalimentazione animale): indica la quota di superficie investita in produzioni vegetali destinate ai processi produttivi zootecnici (foraggi e cereali), rispetto alla SAU. Questo valore fornisce due indicazioni: la prima relativa allimportanza che riveste il settore zootecnico nellazienda analizzata; la seconda ci dice quanta parte di superficie sarebbe disponibile se si decidesse di abbandonare le attività zootecniche o di acquistare il mangime piuttosto che produrlo.
Oltre ai parametri tecnici qui proposti, si possono formulare tantissimi altri rapporti
in relazione alle specificità delle aziende da analizzare ed al grado di analiticità che
si vuole raggiungere. Ad esempio è consigliato il calcolo dei parametri dal 2 al 5
ponendo al denominatore la SAU al posto delle UL in modo da poter esprimere valutazioni
rispetto, oltre che al lavoro, anche al fattore terra